I Caraibi

30 Novembre 2014, è arrivato il giorno del mio primo volo intercontinentale. Destinazione – paradiso, la Repubblica Dominicana. Non sentivo altro che gioia infinita. Volo: AirFrance. Durata: 9 ore. Servizio : pessimo. Grazie a Dio mi salvano solo alcuni CD bossa nova con le mie canzoni preferiti, meno male, li metto in modo “ repeat “ e inizio a sognare. Sogno quella parte del mondo che da sempre ho voluto vedere, questa volta non è il Brasile però e un luogo molto simile, un paese caldo e accogliente come quasi tutti da quel Continente. Nel frattempo vengo interotta da un andirivieni di gente, sembrava essere nel bar più famoso della città e non in un aereo. Praticamente le hostess erano sparite e i passeggeri da soli si servivano con le bevande, snack, caffè, gelato, tutto il volo c’era la fila soltanto davanti ai bagni e davanti ai piccoli bar dove si trovavano le bevande, in un momento il pilota ha iniziato ad annunciare le turbolenze giusto solo per far sedere i passeggeri perche dentro l’aereo governava il chaos, però  erano invani questi annunci del pilota, la gente era troppo movimentata per sedersi. Boh sarà su tutti gli aerei la stessa storia forse, non lo so, è il mio primo volo, me ne frego e mi perdo di nuovo tra i miei brani bossa nova preferiti.

Dopo ore e ore di volo eccoci qua, l’aeroporto internazionale di Punta Cana, di nuovo gioia, non so cosa mi aspetterà là fuori, e questo sentimento aiuta la mia adrenalina. Scendiamo finalmente dall’aereo ed eccoci di nuovo tra il chaos, tutti stanno a compilare dei fogli per ottenere il visto d’ingresso. Il foglio era scritto in inglese, spagnolo e russo, e già capisco che i russi sono arrivati pure qua ad essere tanti. Bene, paghiamo 10 dollari e prendiamo il nostro visto, allo sportello della dogana il tizio che controlla i passaporti, un tipo carino, color cioccolato latte, prima mi chiede come sto, e poi inizia a cantare, mi mette il timbro, mi saluta e mi augura buona vacanza. Questa gente già mi piace.

Punta Cana, una delle regioni più ricche della Repubblica Dominicana, e l’albergo dove alloggiavo io, top della top. La mia prima e l’ultima esperienza in un resort 5 stelle all inclusive. Non mi mancava assolutamente niente però quel tipo di vacanza non fa per me. Perché io non sono una turista, ma una viaggiatrice. Grazie al mio spirito libero e open minded sono riuscita a fare un po’ di amicizie con la gente locale che ci lavorava e capire un po’ come stanno veramente le cose nel loro paese. Di solito tutta la gente che ho conosciuto veniva da una città ad un’ora da Punta Cana che si chiamava Higuey, famosa per la Basilica della Altagracia, una città che cresce molto veloce economicamente. Io da sempre sapevo che in quella parte del mondo la gente sta più felice però adesso mi sono convinta che qui la gente è veramente felice, ma molto di più da quello che me lo aspettavo. Porto ancora l’energia positiva che mi ha regalato quella gente. Non importa se uno puliva i cessi, faceva il cameriere o era responsabile della reception, là cantavano tutti, ovunque passavi qualcuno ti salutava Hola hola hola, a volte mi stancavo di rispondere, praticamente camminavi e ripetevi hola hola hola, pazzesco, in altri paesi e altri alberghi appena ti salutavano la mattina.

Qui erano felici di rivederti, di servirti la cena, di chiederti come stai, cosa fai. Dopo alcuni giorni ho preso la confidenza con un paio di persone del personale, e hanno iniziato a raccontarmi le loro vite. Una signora che aveva  45 anni, viveva ad Higuey, con 4 figli e il marito, sua figlia più grande 30 anni, praticamente ha partorito quando aveva 15 anni, la signora parlava solamente spagnolo e meno male che sono una poliglotta cosi riuscivo a capire tutto, avevo solo difficoltà di rispondere pero meno male che c’era google J Mi raccontava la signora che ogni giorno passava un’ora per arrivare al lavoro  e un’ora per ritornare, diceva che là si vive bene se hai almeno un lavoro qualsiasi che ti porta un po’ di denaro, appena finiva di parlare iniziava a canticchiare. Io la gurdavo e sorridevo, dicendole: Signora, ma qui siete tutti felici, io da quando sono qui non ho visto neanche una faccia triste. E lei mi ha risposto subito: Si figlia mia, qui si vive cosi, l’importante è solo avere cosa mangiare, dove dormire, ballare e cantare, i soldi non c’entrano, la felicità non sta nei soldi. Cosi io ho iniziato a raccontarle che voglio vivere per un po’ in Sud America e mentre parlavo, lei mi ha interotto chiedendomi se le potessi  fare una cortesia e ordinare qualcosa da mangiare in camera, sono rimasta sconvolta, ho pensanto che non le davano niente da mangiare mentre lavorava, e lei subito mi ha spiegato che non era così , solamente che il cibo che prendeva lei era molto differente da quello che mangiavano gli ospiti. Visto che io avevo tutto gratis in quell’albergo senza pensare due volte le ho detto subito di si, la signora era al settimo cielo, perché oggi poteva mangiare finalmente una cosa buona, ed io sono rimasta a pensare che schiffo che faceva questo mondo, mentre alcuni mangivano come maiali gli altri ti pregavano per una bottiglia d’acqua ed un pasto caldo! La stessa signora dopo averle spiegato che in quel albergo mi sentivo come se fossi in prigione, si era proposta di portarmi a casa sua e anche su una spiaggia vicina, mi ha addirittura detto che mi vuole trovare anche un fidanzato color cioccolato che sa ballare bene, hahaha alla fine ci siamo scambiati pure il whatsapp per rimanere in contatto, perché mi ha promesso che la prossima volta che ci tornavo mi prendeva a casa sua e mi faceva mostrare tutto quello che i turisti non potevano vedere. Ho fatto amicizia anche con due ragazzi che lavoravano come animatori, carinissimi, quasi tutti che fanno questo lavoro sono sui 20 anni, la maggior parte vengono dalla capitale Santo Domingo, tutti provengono dalle famiglie numerose e cercano in qualche modo di aiutare la famiglia. I ragazzi erano tipici latino americani, cercavano sempre di conquistare le ragazze e con il loro fascino latino americano ci credo che riuscivano.  Insomma, gente troppo calorosa e vivace.

Durante i miei dieci giorni in Punta Cana sono riuscita a fare una breve gita nel paesino vicino e vedere un po’ come stanno le cose. C’erano delle casette un po’ distrutte e povere, però c’erano anche delle case piccole ma belle. Tutte erano in colori diversi, perché ogni colore significa un santo diverso. Ci siamo fermati ad entrare nella casa di un signore e visitare il suo giardino dove crescevano le banane, il caffè e il cacao.

Ora vi racconto un po’ del paradiso che ho visto durante il mio soggiorno su quest’isola. Spiagge lunghissime con la sabbia fine bianchissima, mare un po’ mosso con diverse tonalità del colore blu che cambiava durante il giorno. Sulla spiaggia le amache e il cocco che ti aspettavano,  tu ti dovevi solo sdraiare, rilassare e ascoltare la bachata. Ho imparato quasi tutte le canzoni di Romeo Santos, si vede che era il cantate preferito al nostro barman, però anche un sacco di altre canzoni, quella musica loro ti fa semplicemente ballare, muovere le gambe e le cosce, non puoi rimanere fermo. Ancora oggi dopo due settimane che sono tornata, a casa sono con le cuffie nelle orecchie ad ascoltare tutto il giorno le loro canzoni, semplicemente mi fanno sognare, mi portano lontano, in quei paesi caldi e accoglienti.

Ho avuto la possibilita di visitare anche una delle isole più belle della Repubblica Dominicana, la Isla Saona, abbiamo fatto un viaggio sul catamaran per raggiungere l’isola, e durante il viaggio ci siamo fermati anche in mezzo al mare, nella piscina naturale per nuotare con le stelle marine, poi una volta arrivati sull’isola, avevamo tempo solo per godersi le spiagge deserte, l’acqua cristallina e le palme. Insomma la Repubblica Dominicana è un’esperienza assolutamente da fare, soltanto vi consiglio di non andare e fare i tipici turisti, ma di scoprire il paese da soli e con la gente locale.

 

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